Il premio Colosimo è un appuntamento a me sempre molto caro.
E’ l’opportunità di ricordare un giovane arbitro, con tanto talento, tante aspettative, tanti obiettivi da raggiungere. Un giovane che è andato via troppo presto, nel modo più ingiusto ed inaspettato.
Era il 2015. Poco più di 10 anni fa e Luca ancora doveva compiere 30 anni, davanti a sé aveva un progetto sportivo ambizioso accompagnato anche da un imminente progetto di vita familiare importante.
Ho conosciuto molto bene Luca e con lui abbiamo condiviso tantissimi momenti.
Pensavo poco fa, come in altre occasioni in cui abbiamo ricordato luca, spesso faceva brutto tempo, nuvoloso o pioveva a dirotto, quasi come qualcuno lassù piangesse.
Oggi invece a Torino dopo giorni di pioggia è stata una bella giornata di sole e sicuramente questo vuole essere un messaggio che ci arriva.
Luca era sempre sorridente e sempre disponibile, soprattutto con i più giovani. Ricordo in particolare quel suo sorriso contagioso, sorrideva il volto, sorridevano i suoi occhi, il tutto esternato con una voglia immensa di vivere.
Possedeva quello che ogni arbitro dovrebbe sempre avere, la voglia di apprendere, di crescere, per fare ogni giorno un passo in più, ma con un atteggiamento umile e mai da saccente.
Frequentava con noi il polo di allenamento nazionale e con quel suo modo di fare sempre discreto e gentile ascoltava tutti, dagli arbitri ai primi passi, agli internazionali come noi.
Chi ha condiviso un pezzo di cammino insieme a lui comprende perfettamente ciò che vi sto raccontando.
Ma sono trascorsi dieci anni e sono ormai tanti. Molti sono i giovani arbitri che Luca non l’hanno mai incontrato di persona, i giovani per cui il nome “Luca Colosimo” si associa alla Sezione di Torino a lui intitolata.
Questo premio oltre ad essere l’occasione per ricordare e dare un volto a chi ha dato un nuovo nome alla propria sezione è il momento in cui dare qualcosa in più affinché la memoria di Luca rimanga vivida ed il suo esempio concreto.
Deve essere l’occasione per celebrare l’unicità della nostra associazione:
Un microcosmo che unisce, nelle differenze di età, di genere, di estrazione sociale, culturale e nelle diverse convinzioni personali.
Come dico sempre io, siamo una squadra fortissima! chi è sceso in campo, chi ha saputo prendere decisioni anche difficili, chi ha saputo stringere i denti nelle difficoltà che si incontrano nel percorso sul campo, è unito da un vincolo speciale che rende unici tutti noi. un vincolo che va oltre le età, le categorie, i periodi storici.
Chi riceve questo premio deve sapere di avere una grande responsabilità. Ma conoscendo molto bene chi lo riceverà, sono sicuro che ha già ben compreso tutto questo.
La famosa parola passione per la giustizia, l’entusiasmo di migliorarsi ogni giorno, il desiderio di condividere nelle sezioni quel che si sa apprendendo da chi è più esperto, sono il minimo comune denominatore di chi è arbitro e non si limita a fare l’arbitro.
Ed ecco, questo è l’augurio che mi sento di indirizzare a tutti voi questa sera. Siate esempio per i più giovani e grati verso chi vi è vicino o lo è stato.
Non smettete mai di imparare e di stupirvi della bellezza di un’attività tanto complessa quanto unica. Siate arbitri, non solo sul terreno di gioco.